Corsa dei Ceri di Gubbio
Presidente del Maggio Eugubino, Corsa dei Ceri di Gubbio
La Festa dei Ceri si svolge a Gubbio il 15 maggio di ogni anno e consiste nel trasporto in corsa di tre Ceri coronati da statue di Santi: sant’Ubaldo (patrono di Gubbio), san Giorgio e sant’Antonio Abate.
È una delle più antiche manifestazioni folcloristiche italiane e non è da confondersi con una rievocazione storica, infatti si tratta di un evento che si ripete annualmente ed ininterrottamente dal 1160.
La festa riveste ancora oggi un ruolo fondamentale, sia dal punto di vista sociale che da quello culturale per la comunità eugubina.
È vissuta con grande attaccamento da tutta la cittadinanza ed è caratterizzata da forti passioni e sentimenti che ne esprimono valori e contraddizioni.
Tali sono l’importanza e la popolarità, anche a livello regionale, della manifestazione, che dal 1973 i Tre Ceri rappresentano il simbolo della Regione Umbria e sono stilizzati nel suo gonfalone e nella bandiera ufficiale.
Il ceraiolo è la figura centrale della Festa. Ogni cittadino di Gubbio, per nascita o genuinamente acquisito, può diventare ceraiolo, dopo un lungo apprendistato che inizia con i Ceri Piccoli e Mezzani e continua svolgendo ruoli di crescente importanza durante la Corsa.
Tutti questi ruoli sono sempre sotto la supervisione di più ceraioli esperti in un rapporto alunno-maestro. La scelta a quale Cero appartenere non è legata alla residenza del ceraiolo: i Ceri non hanno niente a che fare con i quartieri della città. In origine, la scelta del Cero era legata al tipo di lavoro e così tramandata di padre in figlio.
Tradizionalmente, al Cero di Sant’Ubaldo sarebbero legati i muratori e scalpellini, a quello di San Giorgio i commercianti e gli artigiani, mentre a quello di Sant’Antonio i contadini, i proprietari terrieri e gli studenti.
Oggi, la scelta dovrebbe essere teoricamente libera, ma in realtà è sempre condizionata dalle tradizioni familiari, soprattutto da parte del padre, che ha lo scopo di influenzare il figlio, futuro ceraiolo.
Le donne non portano il Cero, tranne che durante la Mostra. Tuttavia se provengono da importanti dinastie di ceraioli, possono assumere una certa importanza nel condizionare la scelta dei figli.
È difficile stimare il numero di ceraioli realmente coinvolti nella Corsa, infatti essa, a dispetto della pianificazione, è ancora sottoposta a circostanze imprevedibili risolte in maniera estemporanea.
I ceraioli attivi sono stimati in circa 400 per ogni Cero, ma il loro numero raddoppia se si considerano i bracceri e le persone che aiutano spingendo o trainando.
L’organizzazione della Corsa è progettata nel corso di numerose riunioni, presiedute dal Capodieci, che si svolgono periodicamente nelle Manicchie in cui il territorio è diviso.
Ad ogni Manicchia spetta, oramai per tradizione, l’organizzazione di specifiche parti della Corsa e, nelle riunioni si dovranno confermare o sostituire i ceraioli, in base a come si sono comportati nella Corsa precedente.
Anche se si tende a negarlo, esiste all’interno di ogni Cero (e di ogni Manicchia) una certa concorrenzialità, se non un vero e proprio antagonismo, per i ruoli più prestigiosi nella Corsa, che rendono spesso le riunioni particolarmente accese.
«Pensavo di vedere tre santi e ho visto tre ceri. Pensavo di vedere una città e ho visto un popolo. Ma, soprattutto, pensavo di vedere una festa e ho visto la vita» Steve McCurry, uno dei più importanti fotografi contemporanei, racconta così il suo viaggio del 2014 in Umbria, quando visse l’esperienza della Corsa dei […]